I’ve recently discovered that I can squirt! Or at least, I think I can. I’m 80% sure of it!
– utente di Reddit
Sappiamo tutti cosa si intende col termine squirt, no? Anche se il vocabolo porncategory-friendly lo cela un po’, altro non è che l’eiaculazione femminile. Come avvenga, cosa lo produca e soprattutto cosa sia effettivamente, ancora però non è del tutto chiaro.
Sebbene l’immagine del fiume in piena capace di irrigare terreni incolti è impressa nell’immaginario collettivo, la comunità scientifica non può (non trova il tempo?) di giungere a una conclusione su come descrivere questo affascinante fenomeno.
Già a partire dalla composizione del liquido zampillante sorgono i primi dubbi. La sua ricetta precisa è sconosciuta, quello che conosciamo è la variante della tradizione in cui sono descritte dosi approssimate, un pizzico di, due pugni di ecc. L’odore e il colore lo rendono chiaramente distinguibile dall’urina, ma chimicamente i due sono più simili di quanto si immagini. Per ora, quello che possiamo dire sulla sua composizione è che vi è un’alta presenza di liquidi prostatici, di glucosio, cannella e ogni cosa bella. Insomma, niente di chiaro su questo fronte; fonti non specialistiche confermano come accennato sopra che sì, le chiazze sulle lenzuola sono più facilmente lavabili della pipì, e qui si fermano.
Se passiamo a interrogarci su quale parte del corpo femminile lo produca, la risposta più quotata è: le famigerate ghiandole di Skele. Tranquill* se non vi è chiaro cosa siano e dove si trovino, vi basta immaginarle come delle instancabili produttrici di lubrificante naturale situate vicino al meato uretrale.
Riassumendo i forse appena accennati, possiamo concludere che lo squirt somiglia alla pipì ma non lo è del tutto, può essere paragonato al liquido prostatico maschile ma non fino in fondo. Insomma, ci è o ci fa?
Da tutto ciò, un’unica considerazione rimane confermata e cioè sì, l’eiaculazione femminile esiste. Ciò che è sicuro, infatti, è la correlazione fra la sua produzione e il raggiungimento del climax sessuale.
Accantonate le velleità scientifiche, ritorniamo sui nostri passi, facendo cadere le varie considerazioni accademiche all’interno di una vaga alzata di spalle. In linea ipotetica tutte le donne sono capaci di squirtare durante l’amplesso, ma spesso condizioni meccaniche e psicologiche non lo permettono.
Seppur il porno mainstream lo consideri alla stregua di uno starnuto, nel mondo reale solo una piccola parte della popolazione femminile è capace di venire squirtando. Essendo strettamente collegato alla stimolazione del punto-G, ed essendo il punto-G una zona erogena capace di differenziarsi da donna a donna, la situazione si complica.
Anche se il fantastico mondo di internet è strapieno di guide su come farlo, come farlo bene e tanto, fonti reali lo narrano come un fenomeno involontario, difficilmente gestibile, e totalmente autonomo. Ovvio che come alcune reazioni, anche questo può essere agevolato (e di questo ne parleremo in altri post), ma per ora mi limiterei a farlo ricadere nella stessa categoria del ginocchio che si impenna sotto il martellino del dottore.
Per concludere questa breve e accennata retrospettiva, che apre le porte a molti altri contributi è giusto lasciare una piccola nota di chiusura. Anche se è scontato parlare del fatto che prendere come modello le performance sessuali di esperti del mestiere, che spesso ricorrono a trucchi o comunque a esercizi per migliorare la performance, è quasi sicuramente causa di frustrazione, è sempre meglio averlo presente.
L’eiaculazione femminile è un fenomeno normale, come è normale la sua assenza, di conseguenza è meglio non ingabbiarsi in imbarazzi diffusi quando capita o in sentimenti di delusione quando invece è assente. Se l’allineamento dei pianeti, il destino, la lubrificazione, e la reattività del Punto-G saranno favorevoli avverrà, altrimenti è meglio non pensarci e goderci l’orgasmo, che in fondo è la cosa importante, no?
Se avete qualcosa da aggiungere, smentire o raccontare, scrivetemi.
© Illustrazione di Jim Cooke